Uomo politico tedesco. Orientatosi giovanissimo verso l'attività
politica, a diciassette anni fu tra i fondatori dell'organizzazione giovanile
(Junge Union) del Partito democratico cristiano (SCD), nella propria
città natale. Nell'ambito della Junge Union si mise rapidamente in luce,
assumendo una posizione di primo piano in campo nazionale. Nel 1959 venne eletto
deputato al
Landtag di Magonza, diventando capogruppo della CDU nel 1963.
Entrato a far parte nel 1965 della direzione nazionale del partito, l'anno
seguente assunse la presidenza della CDU della Renania-Palatinato e nel 1969
diventò primo ministro regionale. Candidatosi alla presidenza nazionale
del partito nel 1971, fu battuto da R. Barzel al quale subentrò nel 1973,
eletto dal congresso straordinario della CDU. Nel 1974 pose la sua candidatura a
cancelliere, venendo però sconfitto dal socialdemocratico H. Schmidt.
Divenuto leader dell'opposizione, vide declinare il prestigio del suo partito
alla cui presidenza venne riconfermato nel 1981. Nel 1982, in seguito alla crisi
della coalizione liberal-socialdemocratica, presieduta da Schmidt, venne
nominato cancelliere e formò un Governo con i liberali. Le elezioni del
1983 lo confermarono nella carica. Le elezioni del 1987 videro un netto calo
della CDU;
K. fu comunque riconfermato in carica per altri quattro anni,
benché il suo potere si fosse assai indebolito. Sempre nel corso dello
stesso anno, il Governo di
K. prese posizione a favore della doppia
opzione zero, cioè della eliminazione dei missili a corto e medio raggio.
Nel 1988
K. si segnalò come uno dei più attivi fautori
della ripresa del dialogo fra Est e Ovest: effettuò nell'autunno un
viaggio a Mosca, promuovendo la realizzazione di importanti accordi economici
con l'URSS. La visita di
K. in Unione Sovietica destò
perplessità nei Paesi occidentali, preoccupati di un eventuale
riavvicinamento tra Germania Occidentale ed Est Europeo; la politica estera di
K., del resto, si rifaceva ampiamente alla Ostpolitik di Willi Brandt.
Nel 1989, in seguito ai rivolgimenti politici verificatisi nei Paesi dell'Est e
in modo particolare dopo il "crollo" del Muro di Berlino (9 novembre),
K.
si riconfermò tra i protagonisti di una politica di riavvicinamento alla
Germania Orientale, che culminò nella definitiva e storica riunificazione
dei due Paesi. A questo proposito il cancelliere si fece promotore di numerosi
incontri con il neo primo Ministro della DDR Hans Modrow e con il leader
sovietico Gorbaciov. Risultati di questi colloqui furono l'accordo per
l'unificazione della moneta, realizzato nel giugno del 1990, e il "beneplacito"
dell'Unione Sovietica all'ingresso della Germania unita nella NATO. Nel dicembre
1990, dopo la vittoria della CDU alle prime elezioni pantedesche del dopoguerra,
diventò cancelliere della Germania unificata. Nonostante una netta
diminuzione dei consensi al CDU, evidente nelle elezioni amministrative tenutesi
nel 1992 e nel 1993, nell'ottobre 1994
K. fu riconfermato cancelliere
della Germania, ottenendo il suo quinto mandato. Nello stesso anno venne
rieletto leader del suo partito. Con le elezioni del 1998 perse la carica di
cancelliere e, nel 1999, conseguentemente al suo coinvolgimento nello scandalo
relativo a finanziamenti illeciti al CDU si dimise dalla presidenza del partito
(n. Ludwigshafen 1930).
Helmut Kohl